Natale di Roma: i musei da scoprire
- Aprile 11, 2025
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Se avete familiarità con Roma, saprete che i giardini di piazza Vittorio Emanuele, nel quartiere Esquilino, non lontano dalla stazione Termini, sono stati riaperti relativamente da poco, dopo una serie di lavori durati due anni. È stato a causa di resti romani che la ristrutturazione si è protratta così a lungo? Non esattamente…
Un ritrovamento, però, è proprio quello che ha avuto luogo in un angolo di quella che è la più grande piazza della Città eterna, nei piani sotterranei di quello che i romani conoscono come il “palazzo ENPAM“, che ospita proprio gli uffici dell’Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Medici.
Quando la piazza e gli edifici circostanti furono progettati e costruiti, intorno al 1880, si parlò della quantità di resti romani trovati in zona, ma all’epoca nessuno si preoccupò veramente di tutelarli. L’attenzione era rivolta a dotare la nuova capitale d’Italia di residenze, uffici e infrastrutture moderne, così le preziose vestigia andarono distrutte, o nuovamente sepolte.
Evidentemente alcune di queste importanti tracce della nostra antichità avevano voglia di tornare alla luce! Quando l’edificio occupato dagli uffici ENPAM ha dato segni di poca stabilità, l’ente ha deciso di ricostruirlo da zero, non senza qualche polemica da parte dei residenti, visto che nella versione moderna esso stona rispetto ai suoi vicini.
Nel costruire le fondamenta, sono emersi ancora una volta ambienti e oggetti risalenti all’Impero romano, che l’ENPAM ha deciso di mettere a disposizione della comunità, trasformando parte della propria sede in un museo.
Lo scavo archeologico portato avanti in parallelo alla costruzione del nuovo edificio ha portato alla luce il Ninfeo (da qui il nome del nuovo museo) degli Horti Lamiani, un sontuoso complesso con giardini, templi e un ricco palazzo che furono originariamente costruiti dal console Lucio Elio Lamia (da cui il loro nome).
Stretto collaboratore e amico dell’imperatore Tiberio, Lamia lasciò la sua proprietà all’imperatore stesso – essa divenne proprietà imperiale. Caligola fu persino sepolto qui per un breve periodo dopo la sua morte.
Per dieci anni, i vertici dell’Enpam hanno fatto lavorare al sito sotterraneo 35 archeologi e 8 restauratori, insieme ad architetti, ingegneri e altri esperti. Il museo altro non è che i resti di una piazza, una delle parti centrali del Ninfeo e degli Horti, insieme ai reperti che vi sono stati trovati.
Le visite al museo, che si trova a pochi minuti dal nostro appartamento di Via Mecenate, possono essere prenotate a questa pagina.
Le visite sono disponibili a prezzi differenziati, a seconda se si scelga un’audioguida o un archeologo in loco che spiegherà le diverse fasi dello scavo. Comprensibilmente, visto che si tratta di spazi ospitati da uffici, i visitatori potranno entrare solo nei fine settimana, con prenotazione obbligatoria, e dovranno esibire il loro Green Pass. Maggiori informazioni e contatti sono reperibili qui, e sullo stesso sito si possono trovare storie sull’apertura del museo.
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