Natale di Roma: i musei da scoprire
- Aprile 11, 2025
- Appuntamenti, Roma per principianti, Roma per principianti
Scorrendo le foto di Roma su qualsiasi social network, è inevitabile imbattersi in alcuni dei monumenti costruiti in epoca fascista, usati come sfondo degli scatti di influencer e aspiranti tali.
Come romani abbiamo imparato a convivere e ad amare questi edifici dalla storia complessa: quasi tutti sono esempi di architettura razionalista che fanno parte del panorama della nostra quotidianità. Ci associamo ricordi ed esperienze e li abbiamo, in breve, normalizzati. Senza alcuna valutazione politica (escludendo alcune frange più estremiste della cittadinanza, si intende).
Quando però ci confrontiamo con i nostri ospiti stranieri, la domanda più ricorrente è sempre: come mai questi edifici non sono stati abbattuti alla fine del regime? Nella stragrande maggioranza dei casi, a essere rimossi sono stati solo i simboli del partito o le scritte inneggianti a Benito Mussolini, ma gli edifici sono rimasti.
Fra inviti alla cautela dei partiti politici del dopoguerra, che ammonivano sui costi eccessivi di questi interventi di abbattimento, e le operazioni di “riscatto” consistenti in trasformazioni e cambi d’uso (esempio: il Ministero per l’Africa Italiana al Circo Massimo, diventato la sede della FAO – ironico!), questi capolavori così “discussi” sono rimasti, e costituiscono l’occasione per riflettere sul passato pesante dell’Italia, oltre che per una conversazione su politica, arte e loro relazioni (per inciso, non tutti gli architetti razionalisti erano vicini al partito fascista!).
Lasciando ad altre sedi l’analisi sulle influenze e correnti che hanno dato luogo al razionalismo in architettura, oltre che le polemiche sulla necessità di cancellare questi edifici, noi di From Home to Rome abbiamo messo insieme un piccolo elenco di monumenti e complessi che appartengono a questo movimento, che potrete visitare – macchina fotografica alla mano – per approfondire un aspetto visivo di Roma altrettanto interessante di quello antico.
Nella nostra personale selezione non ci sono tutti i palazzi razionalisti presenti nella città eterna: questo articolo diventerebbe un libro (e ce ne sono già diversi su questo argomento!). Piuttosto, abbiamo scelto quelli più significativi per noi di From Home to Rome, quelli vicino ai quali ci troviamo a passare frequentemente per via del nostro lavoro, e fra questi molti che passano “inosservati”. Per chi cercasse un elenco completo, si può consultarlo qui.
Progettato da un collettivo di architetti composto fra gli altri da Giuseppe Pagano, Adalberto Libera e Luigi Moretti, la storia di questa area di Roma è nota anche ai non specialisti: nelle intenzioni avrebbe dovuto essere il polo per l’Esposizione Universale di Roma prevista per il 1942, che però non ebbe mai luogo a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Di conseguenza, le costruzioni vennero ultimate solo a conflitto concluso, nello sforzo di far ripartire l’economia nazionale e di dotare la Capitale di infrastrutture necessarie. Per gli stessi motivi sono stati completati dopo la guerra altri edifici molto noti come la vicina Basilica dei Santi Pietro e Paolo.
All’EUR consigliamo di passeggiare almeno verso il Palazzo dei Congressi, la sede del Museo della Civiltà Romana e il Palazzo della Civiltà Italiana, tenendo presente che i primi due sono chiusi al momento in cui scriviamo (febbraio 2021) e che l‘ultimo è sede degli uffici Fendi e solo una parte è aperta al pubblico (su prenotazione).
A poca distanza dall’EUR, anche la stazione ferroviaria di Roma Ostiense è nota a tutti per le circostanze della sua costruzione: fu edificata sostituendo una fermata già esistente ma visivamente ritenuta inadatta ad accogliere Adolf Hitler e la sua delegazione quando il dittatore fu in visita nella Capitale nel 1938. Al momento di compilare questa piccola guida, la stazione è al centro di interventi di ristrutturazione che ne limitano la fruibilità ma non impediscono di ammirarne la grandiosità. Il progettista originale fu Roberto Narducci.
Nelle immediate vicinanze, un altro esempio monumentale di opera pubblica razionalista è l’ufficio postale di via Marmorata, opera di Adalberto Libera, già architetto del Palazzo dei Congressi dell’EUR. Altri notevoli esempi di architettura razionalista applicata agli edifici postali sono su viale Mazzini, via Taranto e Piazza Bologna.
Attraversando Ponte Sublicio, che collega via Marmorata con l’area di Porta Portese, e lasciandosi alle spalle proprio l’ingresso principale del famoso mercato, si potrà scorgere sulla sinistra l’inconfondibile silhouette del cinema Nuovo Sacher, che al momento in cui scriviamo è ancora chiuso a causa delle restrizioni legate al Coronavirus. Oggi è di proprietà del regista Nanni Moretti, ma in origine era un dopolavoro per i dipendenti dei Monopoli di Stato e fu progettato dall’architetto Ettore Rossi.
In questa parte di Trastevere, a pochissima distanza a piedi da alcune delle proprietà che gestiamo come Natale del Grande, si concentrano altri edifici razionalisti molto interessanti: su tutti l’ex GIL (“Gioventù Italiana del Littorio”) ideata dal celebre Luigi Moretti. Oggi il complesso, rinominato We GIL, è al centro di un lavoro di recupero molto interessante, e nei periodi di apertura ospita mostre e conferenze.
Più avanti, quando via di Porta Portese cambia nome in via Induno, attiriamo la vostra attenzione sull’ingresso del Cinema Troisi: facente parte della stessa ex GIL, sta per riaprire a opera del collettivo del Cinema America, che anima le estati romane con una lodevole iniziativa di proiezioni in piazza.
Di fronte all’ingresso del Cinema, invece, è il Palazzo degli Esami, costruito precedentemente all’epoca fascista (ma per certi versi precursore del razionalismo, grazie al ricorso al travertino e alle grandi vetrate per sfruttare la luce naturale), oggi sede museale.
Ovviamente da questa nostra passeggiata non può mancare la stazione di Roma Termini, almeno nel suo blocco razionalista (quello su via Giuseppe Giolitti), disegnato da Angiolo Mazzoni: si tratta della famosa “Cappa mazzoniana” dove adesso si trovano negozi, ristoranti e anche un popolare centro medico che attira persone da tutta Roma (e oltre).
La storia architettonica di Roma Termini meriterebbe un approfondimento a parte, vista la quantità di rifacimenti e di vicende clamorose che la interessarono.
Fra queste, proprio il “rifiuto” del progetto di Mazzoni, che venne considerato “obsoleto” nel 1947 nonostante fosse stato approvato nel 1939. Mentre consideriamo proprio un post del blog solo sulla stazione più grande di Roma, “accontentiamoci” di passeggiarci dentro, naturalmente dotati di biglietto della metropolitana se dovesse essere necessario superare gli sbarramenti di sicurezza ai binari (ma alla Cappa mazzoniana si può accedere proprio da via Giolitti).
Dobbiamo fare delle scelte “dolorose” per non trasformare questo post in qualcosa di illeggibile per via della sua lunghezza, e fra i tanti monumenti e complessi architettonici di Roma concludiamo questo giro fra l’architettura razionalista del XX secolo con il Foro Italico di Enrico Del Debbio.
Questo blocco di edifici sportivi e politici (è qui anche la Farnesina, sede del Ministero degli Affari Esteri) ai piedi di Monte Mario non è solo di epoca fascista, ma qui ci sono alcuni degli edifici razionalisti più famosi della città: fra questi il Ponte Duca D’Aosta di Vincenzo Fasolo; l’obelisco dedicato a Mussolini proprio sul lungotevere Cadorna – da sempre al centro di polemiche; le piscine CONI (in particolare la fotografatissima Piscina dei Mosaici); e naturalmente lo Stadio dei Marmi, luogo di ritrovo per gli amanti dello sport all’aperto e di una nutrita comunità di skater.
Vi è piaciuto questo articolo? Se volete saperne di più sul razionalismo romano, stiamo già pensando a una seconda parte. Vi interesserebbe? Fatecelo sapere via social o nello spazio commenti qui sotto!
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